“Sulla nostra terra combattiamo la Russia che ha portato un orribile silenzio con le sue bombe. Riempite il silenzio con la vostra musica. Riempitelo oggi con la vostra storia.
Aiutateci in ogni modo, in ogni modo ma non con il silenzio. E verrà la pace”. Questo è stato parte dell’appello che il premier ucraino, Volodymyr Zelensky, ha lasciato, attraverso un videomessaggio registrato, al pubblico nella serata dei Gammy Awards, i più prestigiosi premi in ambito musicale a livello internazionale.
Al termine del discorso John Legend si è preso il pianoforte, con lui la cantante ucraina Mika Newton, la musicista Siuzanna Igidan e la poetessa Lyuba Yakimchuck. Si sonO esibiti sulle note da brividi di “Free”.
L’importanza e la forza della musica l’abbiamo già ampiamente vista nell’ultimo mese.
Una delle immagini più forti è stata quella di Amelia, la bambina di 7 anni, che in un bunker di Kiev ha lasciato tutti a bocca aperta cantando “Let it go”, colonna sonora del cartone animato “Frozen”.
Recentemente è apparsa anche in televisione per aver cantato, sul palco di un concerto di beneficenza a Varsavia, l’inno nazionale del proprio Paese.
Lo stesso inno sentito cantare dai rifugi, con la voce rotta dalla paura, dall’angoscia dei bombardamenti che da oltre un mese colpiscono le città e le vita degli ucraini.
Da Kharkiv sono arrivate i filmati di alcuni bambini, nella stazione della metropolitana mentre aspettano la fine del fuoco nemico, intonare “Šče ne vmerła Ukrajiny” (“Non è ancora morta la gloria dell’Ucraina”, il canto patriottico che Kiev ha scelto come proprio
inno nazionale nel 1996).
Ha rubato l’occhio e il cuore di chi era alla visione anche l’interpretazione di “Imagine” di John Lennon, cantata all’Allianz Stadium di Torino, prima di Juventus-Inter, con le due squadre unite in un simbolico abbraccio.
L’interpretazione bellissima, emozionante, della cantante Gaia e di Katheryna Pavlenko, ha già raggiunto le principali tastate giornalistiche mondiali, oltre che un enorme numero di visualizzazioni sui social.
“A che cosa faccia appello la musica in noi è difficile sapere . É, però, certo che tocca una zona così profonda che la follia stessa non riesce a penetrarvi”, così scriveva il filosofo rumeno Emil Cioran. Perché, citando anche Johann Sebastian Bach “la musica aiuta a
non sentir dentro il silenzio che c’è fuori”.
Less war, more music.
(RV blog)