Chi ha detto che il perdono è affare dei buoni e che essere buoni significa perdonare sempre? Che poi, in
fondo, anche definirsi buoni o cattivi finisce per perdersi in descrizioni tanto fumose quanto relative da poter
essere considerate inutili… questa però, è forse un’altra storia. È che il concetto di perdono è tanto vicino a
noi quanto difficile da inserire entro confini ben precisi che anche parlarne, guardandolo da fuori, sembra
impossibile. La verità è che è impossibile categorizzare il perdono perché esistono così tanti modi per
perdonare che ognuno potrebbe raccontare la sua storia.
Spesso guardiamo a questo concetto e lo vediamo distorto: a volte sembra essere così tanto legato ad un
credo, ad una religione, altre volte invece sembra distante e intangibile. In questo caso però non si sta
facendo riferimento al sommo perdono di un Dio, ma a qualcosa che forse resta davanti ai nostri occhi ogni
giorno, senza che nemmeno ce ne accorgiamo. Proviamo allora a guardarlo in tutte le sue sfaccettature: nella
semplicità, nella complessità, nella quotidianità e nella rarità che contraddistinguono questo gesto.
Esistono tanti modi per perdonare e sarebbe bello riuscire ad apprezzare anche quelli più nascosti, più velati.
Perdonare non è solo stringere una mano e tornare a vivere con il cuore un po’ più leggero. Perdonare è
anche guardarsi negli occhi e vederli sinceri, è scegliere di tamponare qualche ferita sapendo che comunque
continuerà a bruciare, ed è anche capire quello per cui vale la pena lottare lasciando andare l’orgoglio.
Quello che conta però, è smettere di pensare che essere buoni significa perdonare sempre. Ricordiamoci che
abbiamo un cuore solo e, per questo, non esistono pezzi di ricambio. Ricordiamoci che il tempo è medicina
per il cuore e gli abbracci cerotti dell’anima… ma teniamo a mente che non tutte le ferite si possono curare.
Scegliamo di onorare il perdono concedendolo solo a chi lo merita. Come tutte le cose importanti e rare non
vale la pena sprecarlo con chi, in fondo, non ha mai creduto profondamente di voler essere perdonato.
Stiamo in guardia da chi promette di cambiare ma, in ventiquattro ore torna lo stesso. Stiamo attenti a chi si
dice pentito solo per curare le sue ferite. Rendiamo, una volta per tutte, il perdono una cosa rara, facciamolo
nettare per le seconde possibilità. Non esiste un manuale di istruzioni per sapere cosa può essere perdonato
o cosa no, la verità è che saremo sempre noi a scegliere a chi donare i nostri centimetri di cuore. La verità è
che è bello poter perdonare ma che è buono anche chi sceglie di non farlo.
(RV blog)