Facile essere felici per sé stessi, ma quando si tratta di esserlo per gli altri? purtroppo si tratta di una linea sottile, un confine segnato forse troppo superficialmente per essere chiaramente visibile, tanto che, troppo spesso fatichiamo a vederlo. La realtà è che è molto semplice dire di essere felici, di essere orgogliosi, al contrario invece, non è altrettanto scontato esserlo per davvero, fin dentro il profondo. È che forse ci hanno insegnato che, se qualcuno deve vincere, allora quelli dobbiamo essere noi, ci hanno sempre spiegato che è meglio tenersi certe cose per sé, avvantaggiarsi mentre gli altri cercano risposte, nascondere le chiavi del successo e guardare il mondo dalla prospettiva di chi ce l’ha fatta. Spesso perdiamo di vista invece, la bellezza di gioire sinceramente per i successi altrui.
Ecco, come al solito, anche in questo caso non si tratta di vedere tutta la figura bianca o tutta nera, è chiaro e sottointeso che i primi ad avere il diritto di essere resi felici siamo sempre noi stessi. Questo però non vuol dire non imparare a sorridere con occhi sinceri delle vittorie altrui e, soprattutto non significa lasciare che il fine possa sempre giustificare i mezzi.
Chi non cerca il successo, la felicità, l’amore, la realizzazione? Viviamo tutti, nelle molteplici diversità, la stessa vita, eppure, troppo spesso, sembriamo non accorgercene nemmeno. Tutto questo però non fa altro che farci perdere la possibilità di provare uno dei sentimenti più nobili di cui noi, esseri umani, siamo capaci: l’essere felici sinceramente per gli altri.
Non ha senso pensare di poter essere perfetti, di poter perdonare tutti, di non essere qualche volta invidiosi.
Smettiamo, almeno in questo, di predicare la perfezione e di cercare l’uomo puro in azioni e principi perché forse, qui, tra i comuni mortali, non esiste. Cerchiamo però di capire che, nel piccolo ma sterminato confine dei nostri limiti, c’è sempre qualcosa che si può fare, qualche sentimento che deve e può essere nobilitato.
Non temiamo di provare gelosia o invidia qualche volta ma, al contrario, cerchiamo di capire la loro natura perseguendo il fine di trasformarle in qualcosa di positivo.
Scaviamo in profondità anche dei sentimenti che, apparentemente, sembrano banali, comprendiamo la loro natura e soprattutto gioiamo nel saperli sinceri. Non c’è niente di tanto bello quando poter sorridere per un successo non nostro ma, magari, di qualcuno a cui teniamo davvero. Impariamo a coltivare i rapporti e smettiamo di annaffiare il rancore. Guardiamo dritto a quelli che sono gli obiettivi e le sfide sane della vita perché se si guarda in su, ci sarà sempre qualcuno più in alto di noi, ma questo non vuol dire che ognuno non possa avere la sua vetta.
Ecco, come al solito, anche in questo caso non si tratta di vedere tutta la figura bianca o tutta nera, è chiaro e sottointeso che i primi ad avere il diritto di essere resi felici siamo sempre noi stessi. Questo però non vuol dire non imparare a sorridere con occhi sinceri delle vittorie altrui e, soprattutto non significa lasciare che il fine possa sempre giustificare i mezzi.
Chi non cerca il successo, la felicità, l’amore, la realizzazione? Viviamo tutti, nelle molteplici diversità, la stessa vita, eppure, troppo spesso, sembriamo non accorgercene nemmeno. Tutto questo però non fa altro che farci perdere la possibilità di provare uno dei sentimenti più nobili di cui noi, esseri umani, siamo capaci: l’essere felici sinceramente per gli altri.
Non ha senso pensare di poter essere perfetti, di poter perdonare tutti, di non essere qualche volta invidiosi.
Smettiamo, almeno in questo, di predicare la perfezione e di cercare l’uomo puro in azioni e principi perché forse, qui, tra i comuni mortali, non esiste. Cerchiamo però di capire che, nel piccolo ma sterminato confine dei nostri limiti, c’è sempre qualcosa che si può fare, qualche sentimento che deve e può essere nobilitato.
Non temiamo di provare gelosia o invidia qualche volta ma, al contrario, cerchiamo di capire la loro natura perseguendo il fine di trasformarle in qualcosa di positivo.
Scaviamo in profondità anche dei sentimenti che, apparentemente, sembrano banali, comprendiamo la loro natura e soprattutto gioiamo nel saperli sinceri. Non c’è niente di tanto bello quando poter sorridere per un successo non nostro ma, magari, di qualcuno a cui teniamo davvero. Impariamo a coltivare i rapporti e smettiamo di annaffiare il rancore. Guardiamo dritto a quelli che sono gli obiettivi e le sfide sane della vita perché se si guarda in su, ci sarà sempre qualcuno più in alto di noi, ma questo non vuol dire che ognuno non possa avere la sua vetta.
(RV blog)